La pet therapy o zooantropologia assistenziale

può essere rivolta a gruppi o a singoli , prevede attività o terapie assistite con l’animale.

 

Nel nostro caso si basa sulle straordinarie capacità relazionali di alcuni cani. I cani coinvolti sono cani che hanno potenziato grazie all’educatore cinofilo un talento innato  di relazionalità verso l’uomo.

 

Purtroppo la pet therapy è spesso vittima di improvvisazioni e di equivoci a danno dei cani e dei pazienti. Addirittura alcuni medici , male informati, consigliano l’adozione del pet al paziente.

Sempre prevede un setting , un progetto ed un equipe terapeutica .

Dal 2012 il Master di II livello di zooantropologia assistenziale dell’università di Napoli Federico II  ha voluto definire e creare possibilità più ampie di ricerca su tali attività.

Intrecciando diverse professionalità questo master cerca di evitare che ci siano strumentalizzazioni o cattive letture di un attività così particolare e nuova.

 

La presenza del cane e la mediazione della interazione con il bambino da parte dello zooterapeuta, fungono da facilitatori e catalizzatori dell’interesse del paziente o del gruppo di pazienti, agevolando e sostenendo il raggiungimento degli obiettivi prefissati  dalle figure di riferimento . Lo zooterapeuta metterà in atto delle attività da svolgere con il cane, in sua presenza o in riferimento ad esso, che sosterranno il paziente o il gruppo e fungeranno da stimolo e da accompagnamento nell’attivazione delle sue abilità e capacità residue.

Obiettivi generali:

  1. Attenzione verso il mondo animale, esperienza della diversità.
  2. Sviluppo del senso di sicurezza e di autoefficacia
  3. Incremento della integrazione, collaborazione e coesione del gruppo
  4. Potenziamento dell’interesse per l’attività  o per  le terapie di routine.
  5. Sperimentazione ed integrazione delle diverse percezioni: visiva, tattile, uditiva, olfattiva.
  6. Prevenzione di zoointolleranze, zoofobie e zoomanie.